Biografia

Flavio e Gedeone Corrà                           

Flavio e Gedeone Corrà, martiri della Libertà, testimoni di ardente fede e carità, caddero vittima della barbarie nazista, nel campo di concentramento di Flossenbürg, Germania, ove persero la vita, Gedeone il 16 marzo 1945, all’età di 25 anni, Flavio a distanza di alcuni giorni, il 1° aprile, giorno della Pasqua di Risurrezione, a 28 anni. Una libertà che i due eroici Fratelli, non hanno avuto modo di assaporare personalmente, essendosi consumato il loro eroico sacrificio, insieme a quello di tanti compagni di prigionia, a un passo dalla liberazione dei campi.  Ma il loro fulgido esempio di vita rimarrà a perpetuo ricordo della forza della loro fede e dei loro ideali, che ne fanno supreme figure di riferimento per tutte le generazioni.

I Fratelli Corrà erano nati a Salizzole, Flavio nel 1917, Gedeone nel 1920, e da ultimo Senen, classe 1924, già Vescovo di Chioggia e poi di Concordia-Pordenone, ove riposa in pace. 

Casa Corrà

Prima di loro, il padre Rodolfo e la madre Angela ebbero tre figlie, Noemi, Amelia e Zita. La famiglia Corrà, di modeste origini, di sani principi e di salda fede religiosa, si trasferì ad isola della Scala nel 1932. 

In quel periodo matura la vocazione al sacerdozio di Senen, che entrerà in seminario e sarà ordinato sacerdote nel giugno 1947, e da lì inizierà il percorso che lo porterà ad essere eletto Vescovo di Chioggia nel 1976 e poi di Concordia – Pordenone nel 1989, ove rimane anche dopo aver lasciato la carica, per raggiunti limiti di età, dal 2000.

I fratelli Flavio e Gedeone, brillanti studenti prima al liceo scientifico Messedaglia  di Verona e poi alla facoltà di Matematica e Fisica, fin da giovanissimi si distinguono nella comunità isolana per il loro fervente contributo in parrocchia e lo zelante impegno nell’Azione Cattolica, per le loro elevate virtù spirituali e morali e il loro impegno nella solidarietà.

Ne segue l’intransigente opposizione al regime nazifascista, che li porta ad aderire alla Resistenza con generosità e coraggio, fino al martirio vero, convinti che i cattolici non devono sottrarsi in coscienza all’impegno civile e all’opposizione ad ogni forma di ingiustizia e oppressione.

Flavio e Gedeone, nel ’44, aderiscono alla Resistenza, in veste di  informatori, nell’ambito della missione militare alleata RYE, ed entreranno in collaborazione con il Comitato di Liberazione Nazionale di Isola della Scala, presieduto dall’Avv. Gracco Spaziani, un’altra figura emblematica della Resistenza del basso veronese, che sarà anch’egli arrestato e troverà la morte nel campo di concentramento di Mauthausen, Austria, nel febbraio 1945.

Flavio era fidanzato con la figlia di Gracco, Iside, con cui condivideva i valori cristiani e progettava una vita insieme nel matrimonio.

Nel novembre 1944 Flavio e Gedeone furono arrestati, con gli altri membri del C.L.N., dalla Brigata Nera e da soldati tedeschi, e iniziarono il loro calvario che li avrebbe portati ad atroce morte nel lager di Flossenbürg.

Molteplici le testimonianze della loro virtù, spirito di preghiera e missione di apostolato in ogni momento della loro vita, a partire dal ricordo dei familiari, primo tra tutti Mons. Senen, dei tanti nipoti, ma anche degli amici e compagni di azione cattolica, fino alle toccanti testimonianze che ci hanno lasciato i loro compagni di prigionia, Gino Spiazzi (“quando conobbi Mons. Senen Corrà e seppi che era fratello di Flavio e Gedeone, un’immensa emozione mi pervase. I due fratelli che avevo conosciuto al campo, alla baracca 10, mi erano rimasti nel cuore; la loro vocazione alla santità e al martirio è stata la cifra e il lascito della loro giovane eroica esistenza”) e Augusto Tebaldi (“Flavio e Gedeone sentivano la presenza di Dio così viva in loro, che parevano trasfigurarsi; erano distaccati dall’ambiente, in certo senso vivevano sopra l’umano serenamente disposti a morire. Li ho sentiti spesso ripetere, in situazioni che non permettevano illusioni: “Beati coloro che soffrono, perché saranno consolati”. )

Un altro testimone della loro somma condotta di vita è stato Fabio Spaziani, figlio di Gracco, e amico fraterno dei Corrà, che nel 1995 ha voluto costituire l’Associazione Amici dei Fratelli Corrà, con lo scopo di promuovere la causa di beatificazione e canonizzazione dei due eroici fratelli, in virtù del loro ruolo di testimoni di Cristo e della Patria, vissuto in maniera esemplare. “Partigiani di Dio” infatti è il titolo della loro biografia, curata da Andrea Tornielli e Jacopo Guerriero.

A Fabio Spaziani, scomparso nel 1997, è succeduto l’amico Pasquale Ferrarini, che ha poi ceduto il testimone all’attuale Presidente dell’Associazione, Diego Zarantonello.

Nel 2000 è stato aperto il processo per la beatificazione e canonizzazione dei due eroici fratelli, la cui fase diocesana si è conclusa nel 2003, proclamandoli “Servi di Dio”, e che si trova oggi nel pieno della fase Romana, ove è in fase di completamento la stesura della Positio Super Virtutibus”.

Nel 2006 in occasione della visita di Papa Benedetto XVI a Verona,  i Fratelli Corrà sono stati nominati “Testimoni di Cristo Risorto per il Triveneto.