Gli scritti
Dal Diario di Flavio (1936)
Dal giorno 22 giugno ho cominciato a recitare tutti i giorni l’Ufficio della Beata Vergine.
La Mamma Celeste mi aiuterà nei travagli della vita.
O Signore, fa’ di me quello che vuoi. Soltanto di questo ti prego. Aiutami a sopportare le prove che Tu mi vorrai mandare. Dammi la forza di seguire la via che Tu mi vorrai indicare. Tu, o Signore, lo sai ciò che io non posso e non ardisco esprimere. Perciò aiutami e fa’ che prima della mia morte, che forse non tarderà a venire, io possa vedere realizzato il mio sogno a lode e gloria tua.
Dal Diario di Flavio (1936)
Questa sera sono un po’ soddisfatto di ciò che oggi ho potuto fare di bene, con l’aiuto del Signore. Sarà poco, ma l’ho fatto con grande amore verso il Signore. Vorrei poter fare tanto bene, vorrei vivere la vita dell’apostolato, vorrei amare, amare di più il Signore, la Madonna, i Santi. Ma qualcosa mi tiene indietro, sono ancora troppo lontano dalla perfezione raggiunta da tanti compagni di Azione Cattolica: Pier Giorgio Frassati, Contardo Ferrini etc……Ah Signore! Da’ anche a me una scintilla del tuo divino amore, affinché anch’io possa amarti degnamente e servirti con prontezza. Fa’ di me un apostolo tuo, o Gesù, fammi la grazia di diventare buono affinché possa essere di esempio a qualcuno che ne ha bisogno. Lo so, o Signore, che io sono indegno di tue grazie particolari, ma io di prego di esaudire le preghiere della Vergine tua santissima Madre che io amo tanto e quelle dei Santi tutti. Ed ora ecco un problema della massima importanza: quale sarà la mia vocazione? Il Signore mi illumini nella scelta del mio stato, illumini il mio confessore nel dirigermi. La Madonna e i Santi intercedano per me presso il Signore…..
Dal Diario di Flavio (Preghiera: consolazione e aridità)
Solo la Fede mi sostiene. La preghiera anzi, in questi giorni, mi riesce molto più fervorosa. Si vede che il Signore vuol darmi questa grande consolazione per dimostrarmi che Egli non mi vuol abbandonare. No, o Gesù mio non vi allontanate da me. Senza di Voi impossibile sarebbe per me vivere ancora. Solo in Voi io trovo l’unica forza che mi sostiene per poter sopportare rassegnato tutti gli eventi della vita”
“La preghiera mi annoia e non mi dà alcuna consolazione. Spero che il Signore che di lassù vede e provvede, provvederà anche a questi miei bisogni” “dopo giorni di entusiasmo e di intime gioie spirituali, sono freddo, disordinato nelle mie azioni, specialmente nelle pratiche di pietà. Le cose più sante mi fanno quasi da ridere. Persino davanti alla sacra Particola non sento quel raccoglimento interno e quella devozione, che si dovrebbe sentire.
Dal diario di Gedeone (Il Canto dell’Amore) (1943)
Non si può capire il cristianesimo e tanto meno la morale cristiana senza conoscere quest’anima vivificatrice. È il comandamento nuovo portato da Cristo, l’Amore di Dio e l’amore del prossimo. (…) Non è detto però che la via dell’amore sia soltanto quella del giovane che abbandona la casa, le promesse della sua intelligenza e ogni altro ideale terreno per chiudersi in un monastero o per andare nelle lontane terre di missione, o quella della giovane che si consacra tutta a Cristo e consuma il fiore degli anni nelle corsie degli ospedali o va a coadiuvare il missionario…
Ecco che si può seguire Cristo, si può intonare il canto dell’amore anche rimanendo nel mondo, anche esercitando una qualunque attività: l’importante è avere sempre lo sguardo fisso a Cristo, al nostro fine che è quello di esaminare quali sono i disegni di Dio sopra di noi, e quindi seguire la sua volontà, arrivare in Paradiso dove il canto dell’amore sarà perpetuo… Ecco dunque l’anima della morale cattolica: l’Amore.
Da una lettera di Flavio ( Fidanzamento)
Mia Cara Iside, ieri quando t’ho salutato ero molto commosso. Tu sei uscita ed io sono andato a salutare i tuoi, ma avevo un grosso nodo alla gola e per non farlo conoscere ho fatto un po’ fatica… Se prima del nostro fidanzamento e anche subito dopo avevo molta fiducia in te, ti assicuro che questa è cresciuta tanto, man mano che ti son venuto a conoscere. So però che anche tu hai fiducia in me. Pensavo ora a quello che ho detto riguardo all’amore, che cioè quello degli uomini è meno sensibile e più ragionato. Da quello che provo adesso, credo di essermi sbagliato. Io stesso mi commuovo al pensiero che tu sei la mia fidanzata. Non credevo che il Signore e la Madonna mi facessero un dono così grande. Dobbiamo perciò rendercene degni con una vita santa. Io sarò buono, sarò puro, sempre, prima per il Signore e la Madonna, poi per te, perché lo meriti”.
“Sono contento e ti penso e prego per te. Non dimentico di dire le cinque “Ave Maria” al mattino e alla sera, assieme a te, oltre alle altre preghiere”.
Da una meditazione di Gedeone, 26 febbraio 1944 (trasfigurazione della Chiesa)
Un paio di domeniche fa a piedi nella semioscurità con il mio passo accelerato oltrepasso gruppi di persone in cammino verso la chiesa per due, tre o più. Mi sento pervaso di un’atmosfera nuova, quella da sempre pensata nei lontani ricordi, quella di un sogno svanito. Mi accompagno a due anziani, uno dei quali da me conosciuto, e si chiacchiera fin sulla soglia della chiesa. Entro. La chiesa è semioscura e stipata di gente. Voci femminili intonano un inno, alcune voci basse maschili, in sordina, accompagnano il canto. La chiesa è ripiena del canto di quelle voci contadinesche ancora grezze; provo una profonda sensazione che non so descrivere … mi commuovo, devo mettere la testa tra le mani perché mi spuntano le lagrime. Mi sento bambino, mi pare che gli astanti siano tutti santi, sento la poesia di una società ideale, di una famiglia ideale.
Lettera di Gedeone Corrà, al fratello Flavio, 28 gennaio 1943:
“Quando voglio pensare a una coppia ideale, penso a te, Flavio, e a Iside, tutti e due nutriti del Pane dei forti, tutti e due imbevuti degli insegnamenti della Chiesa, tutti e due incamminati sulla via tracciata dai saggi consigli….Vi penso pronti a qualunque lotta, impavidi di fronte a qualunque pericolo, saldi per qualunque prova. Darei qualunque cosa perché i vostri voti si adempissero presto”..
Da una memoria di Flavio, Presidente dell’Azione Cattolica – 14 febbraio 1937
“Sono stato eletto presidente dell’Azione Cattolica di Isola della Scala. Dico la verità, non lo avrei voluto, né tempo fa avrei potuto credere che i miei sacerdoti facessero una tale risoluzione. Io credo non mi conoscano abbastanza … non mi pare di avere la condotta da presidente. Mi pare che la gente rida di tale cosa. Anch’io ho riso di me stesso. Però mi sono messo nelle mani del Signore e della Vergine Santissima ed ho invocato l’aiuto affinché ora che la cosa è fatta io possa adempiere gli obblighi assunti. Il Signore aiuta i volonterosi, e coloro che a Lui si rivolgono. In questi giorni sento un grande entusiasmo. Vorrei fare tante cose; vorrei terminare i miei studi in fretta per dedicarmi tutto all’Azione Cattolica, non solo, ma anche a tutte quante le attività, che dovrebbe svolgere un buon cristiano. Signore aiutateci…senza di Voi niente potremmo fare. Vergine Santa, Regina degli Apostoli, pregate per me e per noi tutti”.
Resistenza
Quando Flavio e Gedeone durante la Resistenza, venivano sollecitati a cambiare zona perché in loco erano troppo conosciuti ed esposti, rispondevano: “è qui, nel nostro ambiente che desideriamo operare per l’affermazione dell’ideale cristiano, vogliamo porre le premesse che legittimeranno la nostra azione per l’Italia di domani”.
Scriveva Gedeone Corrà, nei suoi appunti per una conferenza sulla Madonna:
Quando timorosi sentiamo avvicinarsi il giorno della dipartita da questa vita per l’eternità, il sorriso di Maria ci renderà dolce anche quell’attimo estremo della nostra vita.
Flavio e Gedeone, in una lettera del 29 dicembre 1944 dal campo di concentramento di Bolzano, alla vigilia del trasferimento nel lager di Flossenbürg:
“Sempre allegri dunque e contenti di avere qualche cosa da offrire alla Misericordia Divina affinché terminino le sofferenze dell’Umanità. State contenti e pensate che solo la Provvidenza conosce il perché degli eventi umani..”
Dall’ultima lettera di Flavio alla fidanzata Iside (Bolzano)
Cara Iside, sto sempre bene. Oggi ti do una bella novità:
Ho parlato stamattina con il tuo papà Gracco Spaziani (ci parlo spessissimo insieme; ma siamo in edifici diversi) e mi ha detto che stamattina s’è alzato per tempo, ha ascoltato la S. Messa ed ha fatto la S. Comunione, assieme ad una ventina di compagni, che ieri sera s’erano tutti confessati. Come vedi, dobbiamo essere sommamente grati al Signore, che ha voluto non rendere vane le sue sofferenze. Credo ne sarai contenta. Ce l’aveva promesso però il tuo papà che al ritorno sarebbe con noi venuto ad accostarsi alla S. Confessione e Comunione. Invece il Signore ha ottenuto molto di più! Coraggio! “11 Signore non turba mai la gioia dei suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande”.
A te un saluto particolarmente caro ed affettuoso dal tuo Flavio.
Da appunti di Gedeone (1943)
La Madonna sapeva che divenire Madre di Gesù voleva dire patire con Lui, patire più di ogni altra donna al mondo. Ma, per il bene dell’umanità, per il bene nostro, per l’amor di Dio, accettò il grande peso e divenne Madre. Ecco chi rappresenta l’immagine che abbiamo qui esposta. Pensiamo a Lei, alle Sue virtù.
Il sorriso di Maria ci renderà dolce anche il termine estremo della nostra vita.
Da appunti di Gedeone (1943)
La Madonna sapeva che divenire Madre di Gesù voleva dire patire con Lui, patire più di ogni altra donna al mondo. Ma, per il bene dell’umanità, per il bene nostro, per l’amor di Dio, accettò il grande peso e divenne Madre. Ecco chi rappresenta l’immagine che abbiamo qui esposta. Pensiamo a Lei, alle Sue virtù.
Il sorriso di Maria ci renderà dolce anche il termine estremo della nostra vita.